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Nuova app rivela il rischio di cancro al colon-retto

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Il nome della nuova web app è Colorectal Cancer Score (CRC) e sarà resa disponibile presto alle diverse organizzazioni sanitarie

Si chiama CRC score (Colorectal Cancer Score) la nuova web app che calcola il livello di rischio dello sviluppo del tumore del colon-retto nella popolazione. IL CRC score, in risposta alla compilazione di un test anonimo, fornisce un doppio livello di rischio: il primo è intitolato CRC Score Risk Basic ed è calcolato sulla situazione corrente; il secondo, che prende il nome di CRC Score Risk Advanced, calcola in maniera previsionale fino a 10 anni, grazie alla valutazione derivante dall’elaborazione degli algoritmi. Entrambi i risultati compaiono al termine del test all’interno di un report che l’utente può scaricare e fornire al proprio medico specialista. La possibilità di raccogliere i dati in modo anonimo permette sia di monitorare agevolmente i dati sia di filtrare determinate informazioni di specifico interesse.

A lanciare l’app è l’azienda Olympus in collaborazione con Ammagamma, società che invece si è occupata dello sviluppo dell’app. Il CRC score sarà presto disponibile alle diverse organizzazioni sanitarie, le quali potranno personalizzare il servizio e sviluppare analisi e azioni mirate. Tale sezione assumerà sempre più rilevanza per studiare le correlazioni tra gli stili di vita per puntare maggiormente sulla prevenzione. 

A commentare la nascita dell’app è il presidente di Ammagamma, Fabio Ferrari. “Contribuire alla prevenzione dei tumori maligni attraverso l’applicazione di strumenti di intelligenza artificiale è l’obiettivo he ci guida in questa importante collaborazione con Olympus Italia – spiega Ferrari. L’adozione della app CRC score potrà fornire un supporto concreto ai medici e al personale sanitario. L’obiettivo è migliorare il monitoraggio dell’incidenza del tumore del colon-retto. Siamo convinti che questa tecnologia potrà generare maggiore consapevolezza nelle persone riguardo la prevenzione di questa patologia”.

Nei Paesi occidentali, il cancro del colon-retto è un tumore maligno molto diffuso. La patologia è in costante aumento: solo in Italia, le diagnosi registrate nel 2022 sono state 48.100 (+4.400 in due anni). Un trend che inizia a risentire dell’impatto della pandemia e dei ritardi negli screening accumulati durante l’emergenza sanitaria. Per la prevenzione di questo tipo di tumore è cruciale sensibilizzare sull’importanza di seguire i protocolli di screening, da cui al momento si tengono lontani 7 italiani su 10. 

Clicca qui per testare il CRC score.

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  1. Pingback: Cancro al colon: ricerca scopre nuova potenziale causa

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Prestazioni mediche online, nell’ultimo anno boom di prenotazioni

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Nel 2021 le video consulenze specialistiche virtuali sono cresciute notevolmente, con una tendenza in aumento nei primi mesi del 2022. Ginecologi, ortopedici e urologi tra gli specialisti più ricercati sul web

Boom di prenotazioni e consulti online. In un anno è cresciuto notevolmente il numero di visite mediche virtuali. Se con la pandemia il numero di visite mediche in presenza saltate si è rivelato molto alto, l’emergenza ha allo stesso tempo causato una crescita esponenziale delle prestazioni mediche online. La tendenza, dopo il boom del 2021, sembra in aumento anche nei primi mesi del 2022.

Tra gli specialisti più ricercati sul web spiccano ginecologi, ortopedici ed urologi. Alte percentuali di visite anche per dermatologi, nutrizionisti e psicologi. Negli ultimi mesi, notevolmente ‘cliccati’ anche otorini, medici di medicina generale, cardiologi e gastroenterologi. Uno dei motivi del boom di prenotazioni mediche online è relativo anche alla ricerca sul web degli utenti, che si informano spesso su notizie legate alle più varie patologie. Da qui, diventa sempre più semplice e comodo prenotare la visita direttamente tramite web.

Veloce funzionalità e influenza delle recensioni

Un’ulteriore motivo che ha influenzato la crescita delle prestazioni mediche online è la più veloce funzionalità. In italia, infatti, sono molto lunghe le attese per visite specialistiche in presenza; per prenotare una visita un paziente rischia di attendere settimane o anche mesi. Tramite la tecnologia, e tramite servizi appositi, risulta molto più semplice per i pazienti prenotare una visita medica in tempi adeguati. Quanto detto, conferma come la tecnologia sia una chiave importante per migliorare la relazione tra medico e paziente. Relazione che, in molti casi viene vissuta in modo insoddisfacente da entrambi i soggetti. Un altro tassello influente da non sottovalutare è quello delle recensioni. Gli utenti possono infatti informarsi sulla qualità dello specialista anche e soprattutto attraverso i pareri di altri pazienti online. Questo favorisce un circolo virtuoso volto a generare nuove prenotazioni. La telemedicina si prospetta sempre di più come il futuro prossimo del mondo della medicina e della salute. 

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Telemedicina, Agenas pubblica l’avviso per la piattaforma nazionale

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L’obiettivo è creare un livello di interoperabilità che garantisca standard comuni ai servizi di telemedicina

Pubblicato da Agenas l’avviso per la manifestazione di interesse per la presentazione di proposte per la costruzione della nuova piattaforma nazionale. Il termine per la presentazione delle proposte è fissato entro le 12.00 del 18 maggio 2022. E’ il sito web dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, a riportare l’avviso ufficiale.

La prima priorità è ridurre le differenze tra Regioni. “A seguito delle decisioni del Comitato interministeriale per la transizione digitale del 15 dicembre 2021 si legge in una nota – Agenas, in qualità di soggetto attuatore avvia un’indagine finalizzata ad acquisire proposte da parte di operatori economici. Questi devono essere adeguatamente qualificati e in possesso di requisiti idonei ai sensi di legge”.

“L’iniziativa – spiega l’agenzia – nasce dall’esigenza di colmare il divario tra le disparità territoriali e offrire maggiore integrazione tra i servizi sanitari regionali e le piattaforme nazionali. Il tutto attraverso soluzioni innovative. Le proposte dovranno avere ad oggetto la progettazione, la realizzazione e la gestione dei servizi abilitanti della Piattaforma nazionale di telemedicina come da scheda d’intervento. Successivamente, dovranno essere inviate via PEC all’indirizzo ppptelemedicina@pec.agenas.it “.

“L’obiettivo principale della Piattaforma nazionale – prosegue la nota – è quello di creare un livello fondamentale di interoperabilità che garantisca standard comuni ai servizi di telemedicina sviluppati dalle Regioni. Bisogna valorizzare – conclude l’agenzia – quanto già disponibile nel panorama dei contesti locali, integrando o completando il portafoglio dei servizi”. 

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U-Care Medical: la start-up tecnologica contro le malattie renali

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Andrea Ancona, co-fondatore della piattaforma, spiega l’innovativa start-up basata su intelligenza artificiale per la gestione personalizzata e preventiva delle malattie renali

U-Care Medical è una start-up tecnologica, spin-off del Politecnico di Torino. Nasce nel 2021 con l’obiettivo di portare sul mercato i risultati brevettati di tre anni di ricerca scientifica svolta dai co-fondatori all’interno del noto Politecnico. La piattaforma, sviluppata su software SaaS, si basa su intelligenza artificiale per la gestione personalizzata e preventiva delle malattie renali all’interno dell’unità di terapia intensiva. Per comprendere a pieno U-Care Medical ci siamo rivolti ad uno dei co-fondatori, Andrea Ancona, che ha perfettamente esposto la fondatezza e le finalità principali della piattaforma. (Qui il sito web).

Andrea, di cosa tratta principalmente U-Care Medical, quali sono gli obiettivi principali?

“U-Care Medical ha come obiettivo principale quello di portare sul mercato la tecnologia che abbiamo sviluppato all’interno del Politecnico. L’idea nasce da una constatazione di una problematica. Questa è legata alla degenza dei pazienti all’interno dei reparti di rianimazione e in particolare al monitoraggio della funzionalità renale del paziente. Parliamo di pazienti complessi, in situazioni critiche. In questa loro complessità, una particolare complicazione delle loro degenze è l’insufficienza renale acuta, ovvero un deterioramento rapido della funzionalità renale. Ci siamo resi conto che questa patologia non poteva essere prevista. L’unica cosa che poteva fare il medico era quella di intervenire sulle conseguenze, ma non prevederla. Abbiamo quindi pensato di sviluppare una tecnologia che potesse aiutare il medico a capire se il paziente potesse effettivamente rischiare l’insufficienza renale acuta e farlo in tempo reale. In altri termini, uno strumento che potesse aiutare il medico ad identificare la prevenzione di queste malattie.

Ma la piattaforma non nasce solo sulla base della problematica della prevenzione della malattia, ma anche sulla gestione di casi relativi a stadi gravi. Dunque, una volta che la patologia si è sviluppata, capire come gestirla e come gestire il trattamento dialitico. Nel complesso, la piattaforma ha lo scopo di aiutare il medico nella gestione delle patologie renali del paziente durante tutto il percorso della degenza. Il progetto si basa sulla digitalizzazione dei dati clinici. Noi prendiamo i ‘dati grezzi’, li elaboriamo, e forniamo al medico, nel momento giusto, i dati e l’informazione corretta”.

“E’ uno strumento che può dare grande supporto”

In ambito prettamente digitale, quali sono le necessità di aggiornamento per gli specialisti affinché utilizzino al meglio la vostra piattaforma?

“Noi ci inseriamo in un settore della medicina che si sta andando a formare che è l’unione tra il settore della rianimazione, area critica, con quello della nefrologia. Su questo filone, relativamente nuovo, noi andiamo ad aggiungere questo strumento innovativo basato sull’intelligenza artificiale. E’ chiaro che bisogna essere aperti a cambiare anche un po’ lo standard di cura; sotto il punto di vista tecnologico il nostro obiettivo è di fornire qualcosa che non richieda un particolare training sul software. Chiaramente avere una comprensione di quelle che sono le potenzialità dello strumento è fondamentale. Avere fiducia sul fatto che è uno strumento che può dare un grande supporto”.

Leggiamo sul sito di un potenziale risparmio di 24.000 euro per ogni letto in terapia intensiva, può dirci di più?

“Oltre all’impatto clinico di U-Care Medical, ce n’è anche uno economico. L’episodio in sé dell’insufficienza renale ha un impatto economico notevole. Il costo giornaliero di un paziente in terapia intensiva è nell’ordine superiore ai mille euro al giorno. Dunque evitando l’episodio si va ad eliminare questo costo aggiuntivo. In aggiunta a ciò ci sono i costi relativi ai trattamenti dialitici, che verrebbero evitati, e i costi di riammissione post-dimissione legato al tema del paziente cronico. Andando ad accumulare tutti questi impatti, si può andare a stimare un risparmio per ogni posto letto di circa 20-25mila euro l’anno”.

Tecnologia come mezzo per lo sviluppo dei farmaci

La tecnologia ha il potenziale per rivoluzionare la medicina?

Noi vediamo potenzialmente un grande impatto della tecnologia sullo sviluppo dei farmaci. Avere dei tool digitali che possano dire il livello di rischio di sviluppare una patologia, può permettere di portare sul mercato farmaci con meno effetti collaterali. Il tutto affinché i pazienti possano beneficiarne maggiormente. E’ una questione anche di velocizzazione di clinical traial rendendoli più ottimali attraverso questo tipo di tool. E’ un trend che stiamo vedendo anche a livello americano e che, ad esempio, potrebbe portare sul caso delle malattie renali, lo sviluppo di farmaci che oggi non esistono. Uno dei problemi principali ad oggi è che nell’ambito di malattie renali non esistono farmaci che curano direttamente il rene”.

Qual è il futuro programmato della vostra realtà?

“Un obiettivo prossimo è quello di portare sul mercato il primo software sulla previsione dell’insufficienza renale. Questo software sarà classificato come dispositivo medico, e l’obiettivo è portare la certificazione CE per poi entrare sul mercato. Stiamo svolgendo diversi studi clinici per portare alla validazione di questo algoritmo. Abbiamo condotto un primo studio che ha coinvolto circa 50mila pazienti, su 4 data-set internazionali, ricoverati in terapia intensiva. Stiamo lavorando inoltre su degli studi pilota sul software e quindi nell’effettiva installazione della piattaforma in alcuni centri di terapia intensiva sia italiani che europei, per validare definitivamente il beneficio che ci attendiamo. Dunque siamo in una fase di certificazione e validazione”.

Vorrebbe aggiungere altro?

“Noi fin dall’inizio della nascita della realtà stiamo collaborando con medici rianimatori e nefrologi. Se ci fosse qualcuno interessato a collaborare o comunque ad approfondire e discutere sull’argomento siamo totalmente disponibili. Abbiamo anche un’anima da ricerca scientifica essendo spin-off del Politecnico di Torino”.



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