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“Porte aperte derma-reuma”, presentato l’evento ADOI al San Pio

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L’eventi prevede due giorni di consulti ambulatoriali gratuiti per pazienti con patologie autoimmuni croniche

Conferenza stampa di presentazione dell’evento promosso da ADOI  “Porte aperte derma-reuma”: due giornate – venerdì 19 e sabato 20 novembre – di consulti ambulatoriali gratuiti per pazienti affetti da patologie autoimmuni croniche in ambito dermatologico e reumatologico, presso l’ospedale San Pio di Benevento.

Dopo i saluti di rito il Direttore Generale Azienda Ospedaliera S.Pio, Mario Nicola Vittorio Ferrante ha dichiarato: “Noi come Ospedale apriamo le porte ogni giorno a 360 gradi, anche per dimostrare che non siamo una struttura che si chiude su sé stessa. I cittadini di Benevento, ma non solo, devono sapere che possono usufruire dei servizi della nostra azienda. E che noi possiamo offrire una risposta, non solo di tipo sanitario, ma anche di estrema qualità.

Lavoreremo sempre per migliorare il futuro della medicina di alta specializzazione, perché dobbiamo fare in modo che tutti gli ammalati abbiano l’opportunità di cura nella città di Benevento presso il San Pio, senza dover andare tanto lontano e affrontare spese eccessive. Ringrazio i dottori, MediArt e le associazioni dei pazienti impegnati in questa due giorni di PORTE APERTE DERMA REUMA: si tratta di momenti utili per informare sulle potenzialità dei reparti e degli ambulatori specialistici, ma anche utili a ridare fiducia ai pazienti nei confronti dei servizi sanitari”.

L’obiettivo dell’evento è recuperare quelle attività che sono passate in secondo piano a causa della pandemia

Ha, poi spiegato il progetto, Jean Pierre el Kozeh, CEO e fondatore della MediArt srl, società che si occupa di comunicazione con una particolare attenzione all’ambito salute, responsabile della comunicazione di Adoi: “A causa dell’emergenza pandemica molte attività cosiddette differibili  hanno subito sospensioni o ridimensionamenti e tra queste ci sono sicuramente le attività di screening oltre che le visite ambulatoriali. La conseguenza di tutto ciò è stata stimata da Davide Croce dell’Università Liuc — incrociando dati delle aziende sanitarie pubbliche e dell’Agenzia nazionale dei servizi sanitari (Agenas) — in 73 milioni di prestazioni specialistiche erogate in meno nel 2020 rispetto all’anno prima.

E se questo avrà effetti drammatici su patologie cardiache e oncologiche non bisogna sottovalutare l’impatto sulle patologie autoimmuni come le malattie reumatiche o la psoriasi. Quelle che possono essere fortemente invalidanti se non curate con continuità se già diagnosticate o se diagnosticate tardivamente. Oggi bisogna quindi, alla luce delle mutate condizioni emergenziali, recuperare urgentemente il rapporto di fiducia dei pazienti. Con i loro punti di riferimento terapeutici, i presidi ospedalieri e i clinici in essi operanti e PORTE APERTE DERMA REUMA va in questa direzione.

L’iniziativa si può definire una puntata zero. Perché da Benevento, verificato il successo della formula, partiranno iniziative simili in Capoluoghi di provincia di tutta Itala”.

Cusano (Direttore di Dermatologia): “in situazioni del genere l’approccio al paziente prevede la somma di più competenze”

Il Direttore dell’U.O. di dermatologia Francesco Cusano, presidente dell’ADOI (Associazione Dermatologi e Venerologi Ospedalieri Italiani) ha sottolineato: “La dermatologia e la reumatologia condividono molte patologie che presentano manifestazioni importanti tanto sulla pelle che a carico delle articolazioni. La più diffusa di tali situazioni, che ne è divenuta il paradigma, è la malattia psoriasica. Che si manifesta sulla pelle con le note chiazze arrossate e desquamanti. Spesso comporta un coinvolgimento articolare sotto forma di artrite, che interessa le piccole articolazioni periferiche, le grandi articolazioni o entrambe.” – precisando, inoltre, che  –“L’approccio al paziente in queste situazioni dovrebbe richiedere il sommarsi di più competenze professionali, il che è spesso difficile e complicato. La modalità di approccio più frequente e l’invio a consulenza e la riconsiderazione delle conclusioni in tempi differenti e a distanza”.

La direttrice ff dell’U.O. di reumatologia Maria Grazia Ferrucci ha definito: “La malattia psoriasica, una malattia sistemica autoimmune che può avere coinvolgimento articolare ed extra-articolare diverso. La sua espressione extra-articolare più frequente è la psoriasica cutanea e ungueale ma, non rara, è quella intestinale, oculare, cardiovascolare con la sindrome metabolica. Anche l’espressione articolare può essere variegata, dalle forme periferiche alle entesitiche – dattilitiche, alle assiali”.  

La malattia, sminuita nel tempo col termine psoriasi atropatica, ha dimostrato di avere una notevole complessità

La malattia un tempo sminuita con il termine di psoriasi artropatica, sì è svelata negli anni di una notevole complessità. Proprio per questo circa 6 anni fa è nato al San Pio di Benevento, il primo in Campania se non in Italia, ambulatorio congiunto multidisciplinare. Il paziente ‘‘Psoriasico Complesso’’ viene sottoposto all’attenzione di più specialisti con l’obiettivo di profilare attentamente la sua storia, le sue comorbidità e la sua malattia. Tenendo conto delle diverse espressioni. Questa gestione ci permette di poter applicare la medicina personalizzata e di poter utilizzare il farmaco biotecnologico più idoneo (Target Therapy)”. 

Valeria Corazza presidente Associazione APIAFCO, Associazione Psoriasici Italiani Amici Fondazione Corazza, ha focalizzato l’attenzione sui preoccupanti dati dell’Ista: “Per quanto riguarda le diagnosi nel 2020, secondo il rapporto annuale 2021 dell’Istat, le visite specialistiche di controllo o prime visite, finalizzate a impostare un eventuale piano diagnostico terapeutico si sono ridotte di quasi 1/3 al livello nazionale (65% Basilicata, 53% Valle d’Aosta, 50% Marche)Per quanto riguarda l’aderenza terapeutica, c’è stato un calo drastico iniziale. Anche perché molti reparti – a causa dell’emergenza sanitaria – sono stati chiusi.

Nel corso del tempo le associazioni hanno provveduto a vere e proprie campagne sull’aderenza alle cure

Ma in breve tempo per i pazienti già presi in carico si è ritornati a una “quasi” normalità; perché la pandemia ha anche permesso di accelerare delle “semplificazioni”. Come nel caso del rinnovo dei piani terapeutici a sei mesi, dematerializzazione delle ricette. In alcuni casi e in alcune regioni, anche della consegna dei farmaci al domicilio. Nel corso del 2020 le associazioni hanno provveduto a vere campagne sulla aderenza alle cure, invitando i pazienti a rispettate quanto loro prescritto dagli specialisti”.

Silvia Tonolo presidente ANMAR, Associazione Nazionale Malati Reumatici, ha messo a fuoco la necessità di: “Queste giornate dedicate alla sensibilizzazione di patologie reumatologiche e dermatologiche. Diagnosi precoce e invio immediato agli specialisti sono importanti per tagliare tutti quei percorsi ad ostacoli che il paziente fa. Utili le giornate in piazza, oltre che questo evento organizzato da ADOI.

Servono ad individuare patologie che richiedono anni prima di avere una diagnosi da artrite psoriasica o psoriasi. Secondo una indagine ANMAR, fatta con doxa, la diagnosi certa arriva dopo circa 9 anni e l’età media è di 35 anni. E crea dal un lato sofferenza e preoccupazione per il futuro e impatto della patologia sulla quotidianità, dall’altro sollievo per aver avuto diagnosi definitiva”.

Il dolore è uno dei topic di questa mlattia e non ancora gestito e considerato invisibile

“Il dolore è uno dei topic di questa malattia e non ancora gestito e considerato invisibile. Pazienti che sono costretti ad abbandonare il lavoro a causa delle troppe assenze. Il mmg ha un ruolo fondamentale. Quello attraverso delle red flags di inviare al più presto il paziente allo specialista per la diagnosi e la presa in carico. È necessario sollecitare le istituzioni a deliberare PDTA ad hoc e la creazione di ambulatori specialistici integrati. Per patologie che devono essere gestite da più medici, in modo da semplificare la vita ai pazienti; perchè, ridurre le liste di attesa migliora la qualità del servizio offerto, si ottimizzano le risorse del SSN/SSR evitando di duplicare esami e visite”.

Ridurre le liste d’attesa ha un grande beneficio in termini di servizi offerti al paziente

Maria Vellotti, presidente AMARE Pro.Bene, Associazione impegnata in prima linea sul territorio beneventano, ha considerato: “Necessaria lutilità di informare e sensibilizzare tutti sulle patologie dedicate, promuovendo incontri, screening e visite gratuite; queste ultime necessarie per smaltire lunghe liste d’attesa e per fare diagnosi precoci.  La comunicazione al paziente, infatti, rappresenta uno dei nostri obiettivi cardini. In quanto esprime l’importanza della centralità del paziente nel percorso terapeutico (dalla diagnosi alla cura). Sono patologie complesse, che possono diventare gravi e invalidanti; richiedono continuità assistenziale e terapeutica. A volte risultano associate a comorbidità, richiedendo visite e terapie di più specialisti contemporaneamente. Per questo motivo abbiamo accolto con grande entusiasmo l’iniziativa”.

Un contributo, inoltre, è giunto dall’Assessore alle politiche sociali del Comune di BeneventoCarmen Coppola, che non potendo partecipare, non ha voluto far mancare il suo saluto: “L’emergenza pandemica ci ha fatto capire che nessuno può farcela da solo. E questo vale anche a livello istituzionale. È sbagliato trincerarsi dietro l’alibi delle competenze. Bisogna favorire e supportare in particolare l’attività delle strutture sanitarie che hanno subito più di altre l’urto della gestione dell’emergenza.

L’evento offre l’opportunità al paziente affetto da questa patologia di prenotare un consulto

L’iniziativa offre l’opportunità ai pazienti affetti da psoriasi, artrite psoriasica o altre malattie che interessano la sfera della dermatologia e della reumatologia, di prenotare il consulto chiamando il numero 0824 1524502 dalle ore 10,00 alle ore 13,00 e dalle ore 14,00 alle ore 18,00. In ospedale si accede tramite CUP esibendo il Green Pass. 

L’iniziativa beneficia del prestigioso patrocinio delle principali società scientifiche di riferimento SIR – Società Italiana di Reumatologia, CREI – Collegio dei Reumatologi Italiani e SIDEMAST – Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse nonchè della Regione Campania, della Provincia di Benevento e del Comune di Benevento.

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2 Comments

2 Comments

  1. Pingback: Pso Amore, il progetto targato ADOI con le sue complesse implicazioni

  2. gate.io

    26 Febbraio 2023 at 15:58

    For my thesis, I consulted a lot of information, read your article made me feel a lot, benefited me a lot from it, thank you for your help. Thanks!

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Dermatologia

Dermatite atopica, nuova terapia si dimostra efficace

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Il farmaco lebrikizumab blocca il segnale di IL-13, una citochina cruciale nella patogenesi della dermatite atopica da moderata a grave

Possibile una nuova opzione terapeutica per la dermatite atopica. Si tratta di lebrikizumab, anticorpo monoclonale sperimentale che blocca il segnale  di IL-13, una citochina che gioca un ruolo chiave nella patogenesi della dermatite atopica da moderata a grave. Il farmaco si è dimostrato efficace nel migliorare i sintomi della  malattia rispetto al placebo in due trial di fase III pubblicati sul New England Journal of Medicine. La dermatite atopica è la malattia infiammatoria cronica della pelle più diffusa. Presenta una prevalenza mondiale di circa il 20% tra i bambini e dal 2 al 7% tra gli adulti. Questa patologia è associata a compromissione della qualità di vita per via di un importante impatto psico-sociale sui pazienti. 

Fra i trattamenti di prima linea ci sono emollienti e glucocorticoidi topici. Nelle forme più gravi si aggiunge la terapia sistemica e la fototerapia. Nonostante i progressi però, la malattia non è ancora sotto controllo dal punto di vista farmacologico. Lebrikizumab è un anticorpo monoclonale che lega selettivamente la citochina IL-13 solubile con una bassa velocità di dissociazione e un’elevata potenza. Esso è in grado di prevenire la formazione del complesso eterodimero di segnalazione. Tale complesso è formato dalla subunità alfa del recettore della IL-4 e la subunità alfa1 del recettore della IL-13.

Il commento dei ricercatori

“I risultati di uno studio clinico di fase IIb, multicentrico, randomizzato e di precedenti studi di fase IIb hanno convalidato il ruolo critico della segnalazione della IL-13 nella patogenesi della dermatite atopica e confermato la necessità di ulteriori studi –  hanno premesso i ricercatori guidati da Jonathan Silverberg, direttore della ricerca clinica nel dipartimento di dermatologia presso la George Washington University. “In questa analisi riportiamo i risultati di efficacia e sicurezza delle prime 16 settimane di due studi di fase III della durata di 52 settimane sulla monoterapia con lebrikizumab”.

I due studi, ADvocate1 e ADvocate2, sono stati disegnati in maniera identica. Entrambi includevano un periodo di induzione di 16 settimane e un periodo di mantenimento di 36 settimane. I pazienti eleggibili con dermatite atopica da moderata a grave (adulti ≥18 anni di età] e adolescenti (da 12 a 18 anni e peso ≥40 kg) sono stati assegnati in modo casuale in rapporto 2:1 a ricevere lebrikizumab a una dose di 250 mg (dose di carico di 500 mg al basale e alla settimana 2) o placebo, somministrati per via sottocutanea ogni 2 settimane. L’endpoint primario era il raggiungimento di un punteggio IGA (Investigator’s Global Assessment) di 0 o 1 (pelle libera o quasi libera da lesioni). Il tutto con una riduzione di almeno 2 punti rispetto al basale alla settimana. 


“I risultati di questi studi confermano il ruolo centrale della IL-13 nella patogenesi della dermatite atopica. Inoltre, rispetto a dupilumab, che si lega alla subunità α del recettore della IL-4 condivisa dai complessi recettoriali delle IL-4 e 13, lebrikizumab e tralokinumab si legano direttamente alla IL-13”, hanno commentato i ricercatori. “Contrariamente a tralokinumab, lebrikizumab non interferisce con la subunità α2 del recettore della citochina. Studi in vitro suggeriscono che abbia un’affinità di legame più elevata e una velocità di dissociazione più lenta rispetto a tralokinumab”.

Si sono registrati eventi avversi lievi o moderati nella maggior parte dei casi che non hanno causato l’interruzione dello studio. Nel gruppo trattato con il farmaco si è registrata un’incidenza più alta di congiuntivite rispetto al gruppo placebo. Il profilo di sicurezza del farmaco è apparso coerente con i risultati dei trial precedenti.

Clicca qui per leggere l’estratto originale dello studio.

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Nuovi protocolli di cura per la xerosi

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La xerosi e i nuovi protocolli di cura sono tra gli argomenti principali trattati nel percorso di formazione gratuita FAD ECM in dermocosmesi a cura di IMR – Italian Medical Research 

La xerosi cutanea (indicata anche come xeroderma, pelle secca o asteatosi) è tra le diagnosi dermatologiche più comuni nella popolazione generale. Ciò vale in particolar modo tra gli anziani con una prevalenza che va dal 30 al 75%.
Rappresenta il sintomo principale di alcune condizioni della pelle come la psoriasi o la dermatite atopica. Può essere anche di tipo patologico quando legata a una determinata patologia o a un trattamento medico, come nel caso del paziente diabetico.

Il trattamento della xerosi è centrato sul mantenimento dell’idratazione cutanea, con l’utilizzo di creme particolarmente dense a base di vaselina e oli. Per i pazienti che sviluppano la dermatite delle mani può essere necessario l’uso di corticosteroidi topici per ridurre l’infiammazione e mantenere la barriera cutanea.
La xerosi e i nuovi protocolli di cura sono tra gli argomenti principali trattati nel corso “Conoscere la dermocosmesi: esigenze cutanee e trattamento per la protezione e riparazione della pelle”. Si tratta del nuovo percorso di formazione gratuita FAD ECM in dermocosmesi a cura di IMR – Italian Medical Research. Il corso FAD è realizzato con il contributo non condizionante di La Roche Posay.

Scopri maggiori dettagli sul corso (https://ecmitalianmr.it/event/dermocosmesi-pelle-ecm-gratuito)

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Xerosi: nuovi protocolli di cura

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Per i pazienti che sviluppano la dermatite delle mani può essere necessario l’uso di corticosteroidi topici per ridurre l’infiammazione e mantenere la barriera cutanea.

La xerosi e i nuovi protocolli di cura sono tra gli argomenti principali trattati nel corso “Conoscere la dermocosmesi: esigenze cutanee e trattamento per la protezione e riparazione della pelle”, il nuovo percorso di formazione gratuita FAD ECM in dermocosmesi a cura di IMR – Italian Medical Research e realizzato con il contributo non condizionante di La Roche Posay.

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