La malattia fa parte della stessa famiglia del virus che causa l’Ebola
L’Oms rende noto che dalla Guinea c’è la conferma di un caso di malattia da virus di Marburg, la prima apparizione della febbre emorragica mortale in Africa occidentale. “Il potenziale del virus di Marburg di diffondersi in lungo e in largo significa che abbiamo bisogno di fermarlo seguendo le sue tracce“, ha detto il dottor Matshidiso Moeti, direttore regionale dell’Oms per l’Africa.
I responsabili sanitari della Guinea hanno identificato il caso nella prefettura meridionale di Gueckedou. Si tratta di un uomo morto lo scorso 2 agosto che aveva iniziato a mostrare sintomi il 25 luglio. “Questa è la prima volta che il virus di Marburg, una malattia altamente infettiva che causa febbre emorragica, viene identificata nel paese e nell’Africa occidentale“, ha aggiunto.
La malattia fa parte della stessa famiglia del virus che causa Ebola, un’altra malattia letale e altamente infettiva. La scoperta della Guinea arriva appena due mesi dopo che l’Oms ha dichiarato la fine della seconda epidemia di Ebola nel paese.
L’Oms considera “alta” la minaccia a livello nazionale e regionale ma “bassa” a livello internazionale. Una squadra di dieci esperti dell’Oms è sul posto per appoggiare le autorità sanitarie locali.
Il virus di Marburg arriva all’uomo da pipistrelli frugivori. Si propaga con il contatto diretto con fluidi corporei delle persone infette o con superfici e materiali. La sindrome insorge con febbre alta e intense emicranie. Il tasso di mortalità, nelle epidemie precedenti, era oscillato tra il 24% e l’88%.
Il nuovo trattamento è a base di un anticorpo monoclonale e si somministra in singola dose per iniezione prima o durante la stagione invernale
La Food and Drug Administration (Fda), ente che si occupa della regolazione dei farmaci negli USA, ha approvato il primo trattamento preventivo per il virus sinciziale per i bambini fino a due anni di età. Il virus sinciziale (Rsv) circola in autunno e inverno e colpisce in particolare i bambini più piccoli che, tuttavia, nella maggior parte dei casi sviluppano sintomi lievi, simili a quelli del raffreddore. In alcuni casi, però, i bambini accusano anche malattie respiratorie potenzialmente letali come polmonite e bronchiolite.
Il nome della nuova terapia è Beyfortus ed è un trattamento a base di un anticorpo monoclonale sviluppato da AstraZeneca. Beyfortus si somministra in singola dose per iniezione prima o durante la stagione invernale. “Il virus sinciziale può causare gravi malattie nei neonati – ha dichiarato John Farley del Center for Drug Evaluation and Research dell’Fda. L’Rsv comporta un gran numero di visite al pronto soccorso e negli studi medici ogni anno. L’approvazione risponde alla grande necessità di prodotti che aiutino a ridurre l’impatto della malattia sui bambini, sulle famiglie e sul sistema sanitario”.
Il neo farmaco non è un vaccino, ma si basa su proteine progettate per imitare gli anticorpi prodotti dal sistema immunitario contro il virus. La differenza di fondo è che Beyfortus non addestra l’organismo a identificare l’Rsv e a produrre i propri anticorpi in risposta all’infezione. Beyfortus è stato approvato sulla base di 3 studi clinici che hanno incluso un totale di 4.000 bambini. Una singola dose ha ridotto tra il 70 e il 75% il rischio che i bambini abbiano bisogno di cure mediche a causa dell’infezione.
“Chiediamo, per il momento, di adottare misure per ridurre questo rischio”, dichiara Hans Kluge, direttore dell’ufficio europeo dell’Oms
In una dichiarazione alla stampa, il direttore dell’ufficio europeo dell‘Oms, Hans Kluge, fa il punto sull’epidemia. “Il vaiolo delle scimmie è, in generale una malattia autolimitante. Ma in questo caso le cose stanno andando diversamente. Ma in questo caso le cose stanno andando diversamente. Nella regione europea dell’Oms, l’epidemia ha visto il virus estendere la sua portata rapidamente. Sono infatti, solo in Ue, ben 37 i paesi e le aree colpite fino ad ora, con prove di una trasmissione locale continua– dichiara Kluge. “Dobbiamo rispondere concentrandoci sulla modalità di trasmissione dominante(il contatto pelle a pelle durante gli incontri sessuali [N.d.R]) e sui gruppi a più alto rischio”.
Anche il quadro epidemiologico è peculiare e lo spiega ancora Kluge il perché. “Sono stati segnalati nella regione quasi 12.000 casi probabili e confermati, per lo più tra uomini che hanno rapporti sessuali con uomini. Dobbiamo rispondere all’epidemiologia che ci sta di fronte. La responsabilità di fermare questo focolaio – prosegue il direttore dell’ufficio europeo Oms – è condivisa tra istituzioni e autorità sanitarie, governi, le comunità colpite e gli stessi individui”. Ed è proprio rivolgendosi verso questi ultimi che Kluge ha chiesto, tra le altre cose, di limitare i ‘partner sessuali e le interazioni‘.
“Questo può essere un messaggio difficile, ma esercitare cautela può salvaguardare te e la tua comunità più ampia” – ha aggiunto Kluge con chiaro riferimento agli individui che rischiano il contagio. “Se hai o pensi di avere il vaiolo delle scimmie – conclude – sei infettivo, quindi fai tutto il possibile per prevenire la diffusione della malattia. Isolati, se puoi, non fare sesso mentre ti stai riprendendo e non partecipare a feste o grandi raduni in cui si verificheranno contatti ravvicinati”.
Il nostro Paese è fra i dieci più colpiti a livello globale. Un italiano su tre ammette di avere paura
Non è un caso se l’Organizzazione mondiale della sanità – Oms ha dichiarato che il vaiolo è diventata un’emergenza sanitaria globale. I numeri, infatti, iniziano a far paura con 17.000 persone colpite in 74 paesi diversi. Se a ciò aggiungiamo che lo solo lo scorso 24 luglio sono state registrate 1700 nuove diagnosi, il quadro è preoccupante. Infatti, secondo un sondaggio SWG, attualmente un italiano su tre teme il vaiolo. Effettivamente, con 407 casi registrati, l’Italia è tra i primi 10 paesi con più casi di vaiolo delle scimmie.
Il Ministero della Salute, insieme alle Regioni e Province autonome, ha già predisposto le modalità di segnalazione dei singoli casi di vaiolo delle scimmie con un apposita ordinanza. In Italia, dei 407 casi segnalati, circa 200 sarebbero registrati a Milano. Il capoluogo lombardo diventa infatti la città italiana con il più alto numero di infezioni. Nella quasi totalità dei casi, il vaiolo ha colpito gli uomini, più precisamente quelli tra i 20 e i 40 anni, i quali come sostiene anche il noto infettivologo Matteo Bassetti“si sono contagiati preferenzialmente per via sessuale o per contatto diretto”.
C’è urgenza del vaccino?
Sono molti gli esperti che invitano ad adottare misure, tra cui vaccinazione e screening, alle fasce di popolazione considerate a rischio. È lo stesso Bassetti a suggerire l’ipotesi vaccinazione. “Sarebbe il caso di partire ora con un’importante campagna vaccinale, indirizzata a giovani maschi, altrimenti a settembre rischiamo di avere decine di migliaia di casi diagnosticati e altrettanti sotto traccia” – dichiara il direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova.
Nel frattempo la Commissione europea ha approvato l’estensione del vaccino Imvanex del gruppo farmaceutico Bavarian Nordic contro la diffusione del vaiolo delle scimmie. L’approvazione da Bruxelles, segue quella dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema). Il vaccino Imvanex è commercializzato come Jynneos negli Stati Uniti, dove è stato autorizzato contro il vaiolo delle scimmie dal 2019. Si tratta infatti dell’unico vaccino autorizzato per la prevenzione della malattia.