I nostri Social

News

Medici No Vax tornano a lavoro: reintegrati 4.000 sanitari

Pubblicato

il

Tempo di lettura: 2 minuti

Il primo decreto del nuovo Governo ha concesso il reintegro dei medici No vax. Il provvedimento ha sollevato un polverone di polemiche 

Dopo una sospensione dal lavoro senza stipendio, i medici No Vax possono ritornare ad eseguire la propria professione. È questo il provvedimento preso dal primo decreto approvato dal nuovo Governo Meloni che ha dunque anticipato il rientro dei medici non vaccinati a oggi, 2 novembre, anziché al prossimo 31 dicembre. Il Governo ha inoltre rinnovato l’obbligo di indossare i dispositivi di protezione individuale (mascherine FFP2) negli ospedali e nelle residenze sanitarie assistenziali fino alla fine dell’anno. 

Il numero dei medici reintegrati si aggira intorno alle 4.000 unità. La decisione non è stata esente da polemiche, sia all’interno della stessa maggioranza, sia nel mondo medico e scientifico. Secondo il Presidente della Federazione delle aziende sanitarie e ospedaliere italiane (Fiaso), Giovanni Migliore“bisognerà valutare caso per caso a tutela sia del medico sia dei pazienti”. “È un qualcosa di rischioso e irrituale , ha invece affermato il sindacato Anaao-Assomed. Lo stesso segretario Anaao, Pierino Di Silverio è perplesso sulla decisione, affermando come “sarebbe un grosso rischio se i medici no vax venissero riassegnati a reparti ad alta fragilità di degenza”.

Le altre novità: dalla cancellazione delle multe alla possibile revisione della quarantena

Ma non sono finite le novità del primo decreto del nuovo Governo Meloni. Sul fronte delle multe agli over 50 che non si sono vaccinati, il Governo è intenzionato a cancellarle. Le sanzioni da 100 euro, però, saranno eliminate con un emendamento al decreto Aiuti Ter. Si tratta di un decreto ricevuto in eredità dal Governo Dragi e in discussione in Parlamento. O ancora, il neoministro della Salute, Orazio Schillaci ha subito annunciato che il verrà cancellato il bollettino con numeri e contagi giornaliero. Quest’ultimo, diventerà infatti settimanale

Ancora nessun riferimento in merito al Green Pass. Sembra però che il certificato con scadenza il prossimo 31 dicembre 2022 sembra destinato a restare valido per tutti i visitatori che faranno ingresso nelle strutture sanitarie. Schillaci ha anche preannunciato dei possibili cambiamenti in merito alla quarantena dei soggetti positivi (isolamento che attualmente ha una durata di 5 giorni). “Stiamo lavorando e abbiamo avuto le prime riunioni scientifiche con l’Istituto superiore di sanità (Iss), Aifa ed esperti. Vediamo l’evoluzione del quadro epidemiologico. Ogni decisione verrà presa solo nell’interesse dei pazienti” – ha affermato il nuovo ministro della Salute.

(Clicca qui per leggere il decreto emanato dal Governo Meloni).

Potrebbe interessare anche Governo: Orazio Schillaci è il nuovo ministro della Salute

no vax

Continua a leggere
Advertisement
Clicca per commentare

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

News

Nasce nuovo strumento per la somministrazione di farmaci

Pubblicato

il

vaporizzatore
Tempo di lettura: 2 minuti

L’invenzione consiste in un vaporizzatore che consente di trasformare in pochi secondi qualsiasi molecola farmacologicamente attiva dalla fase liquida a uno stato di gas

Nasce un nuovo strumento per veicolare i farmaci attraverso la nebulizzazione. Un nuovo studio internazionale descrive l’impiego di un innovativo vaporizzatore che è stato testato sull’uomo per la somministrazione di farmaci. Si tratta di un’invenzione che consente di trasformare in poche decine di secondi qualsiasi molecola farmacologicamente attiva dalla fase liquida a uno stato di gas, aprendo la strada a nuove possibilità terapeutiche per patologie respiratorie, cerebrali, cutanee, immunologiche e oncologiche. I risultati dello studio sono pubblicati sulla rivista ‘Heliyon’ (Cell Press).

L’inventore del nuovo strumento è il fisico Bruno Brandimarte. “Per molti anni ho insegnato Biofisica applicata alla medicina – spiega l’inventore. Molti colleghi mi ponevano la seguente domanda: ‘come possiamo fare per raggiungere con i farmaci le zone profonde dell’apparato respiratorio, considerando che gli attuali aerosol si fermano ai bronchi?’ Grazie alle mie conoscenze di anatomia ultrastrutturale e di fisica molecolare, trovai l’equazione che lega la dimensione delle gocce del vapore alla frequenza vibratoria che poteva generarle. Da qui, nasce il vaporizzatore” – ha spiegato Brandimarte.

Perché è così importante il nuovo strumento

Lo studio pubblicato ha certificato l’efficacia di questa innovativa via terapeutica. Grazie ad essa, inoltre, si verifica una riduzione drastica dei dosaggi necessari, e dunque una minore tossicità e una maggiore velocità di azione. Il nuovo apparecchio, chiamato Vaporizzatore Molecolare (VM) potrà essere utilizzato nel prossimi futuro per la cura di polmoniti, sinusiti, Parkinson. Ma anche tumori e malattie infettive (Covid incluso) tramite la somministrazione di vaccini e terapie con anticorpi monoclonali secondo schemi posologici del tutto innovativi per via del basso impatto sul paziente. La versatilità di impiego del VM consente di ‘colpire’ in modo mirato target specifici effettuando una medicina di precisione. Di conseguenza implica una vantaggiosa riduzione della concentrazione minima efficace rispetto alle somministrazioni per via sistemica disponibili oggi (orale, intramuscolare, endovenosa).

Vediamo le principali caratteristiche del nuovo strumento.
1) Innanzitutto, un tempo di vaporizzazione di poche decine di secondi, molto utile per la terapia inalatoria nei bambini.
2) La dimensione delle micro-gocce che costituiscono il vapore sono di circa 0,2/0,3 micron; tanto piccole che il vapore si comporta da gas.
3)In terzo luogo, l’assenza di condensazione: tale caratteristica, completamente assente negli aerosol, consente di raggiungere le zone profonde dell’apparato respiratorio (alveoli polmonari). L’assenza di condensazione è fondamentale anche per lo sviluppo di un innovativo sistema di umidificazione di soggetti intubati.
4)Infine, l’erogazione a ‘pressione positiva’, fondamentale per impiego in neonatologia e pediatria, su pazienti molto piccoli che non sono in grado di controllare volontariamente l’inspirazione.

Clicca qui per leggere l’estratto originale dello studio.

Potrebbe interessare anche Tutti pazzi per il nuovo farmaco che fa dimagrire

strumento

Continua a leggere

News

Tumore del sangue raro e aggressivo: via libera alla prima terapia

Pubblicato

il

terapia
Tempo di lettura: 2 minuti

L’Italia è il secondo Paese in Europa a rendere disponibile il farmaco, dopo la Germania. Si tratta della prima e unica terapia per questa patologia

Al via la prima e unica terapia contro un tipo di tumore del sangue raro e aggressivo. L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha infatti approvato la rimborsabilità di tagraxofusp come monoterapia per il trattamento di prima linea di pazienti colpiti dalla neoplasia a cellule dendritiche plasmacitoidi blastiche (BPDCN): si tratta di un tumore del sangue raro e con prognosi severa caratterizzato dalla iper-espressione dell’antigene CD123. Il nuovo farmaco rappresenta la prima e unica terapia specifica per questa grave forma di cancro.

La malattia si presenta generalmente all’esordio con lesioni cutanee di colore scuro, multiple e infiltranti. Nel suo decorso può interessare il midollo osseo, il sistema nervoso centrale e i linfonodi, diventando così una patologia sistemica. Ha un’incidenza molto bassa, sono meno di cento i nuovi casi ogni anno in Italia, e solo di recente ha trovato una definizione adeguata. Oggi è classificata all’interno delle neoplasie mieloidi aggressive

L’Italia è il secondo Paese in Europa a rendere disponibile il farmaco, dopo la Germania. Il provvedimento di Aifa segue l’approvazione a livello europeo. Tagraxofusp è una terapia mirata che agisce in maniera selettiva contro l’antigene CD123. Nello studio registrativo, che ha coinvolto 89 pazienti, il farmaco ha determinato una risposta complessiva del 75% con remissione di malattia del 57%. Il 51% dei pazienti in remissione è stato poi sottoposto, con successo, al trapianto di cellule staminali ematopoietiche. 

“Tagraxofusp è in grado di portare la neoplasia in remissione, che può essere consolidata con il trapianto di cellule staminali emopoietiche, migliorando così la probabilità di guarigioneha affermato Emanuele Angelucci, Direttore Struttura Complessa di Ematologia e Terapie cellulari del ‘San Martino’ di Genova. L’unico trattamento in grado di raggiungere questo importante risultato era proprio il trapianto, ma non tutti i pazienti potevano sottoporvisi. Tagraxofusp rappresenta una terapia che sa di svolta – ha concluso l’esperto.

Fonte: Ansa.it. 

Potrebbe interessare anche Un fascio di luce per identificare cellule tumorali nel sangue: lo studio

Tumore del sangue

Continua a leggere

News

Classifica migliori ospedali al mondo: i primi tre sono americani

Pubblicato

il

classifica
Tempo di lettura: 2 minuti

Appena pubblicata la nuova classifica annuale ‘World’s Best Hospitals 2023’ di Newsweek. Il primo ospedale italiano è il ‘Gemelli’ di Roma, piazzato al 38° posto 

Appena stilata e pubblicata la nuova classifica annuale di Newsweek relativa ai migliori ospedali al mondo. La classifica, che prende il nome di ‘World’s Best Hospitals 2023’ elenca i migliori ospedali in 28 diversi paesi da tutto il mondo, tra cui Usa, Italia, Regno Unito, Germania, Spagna e Francia. Il podio è ancora una volta occupato tra tre nosocomi statunitensi: la ‘Mayo Clinic’ di Rochester, la ‘Cleveland Clinic’ di Cleveland e il ‘Massachusetts General Hospital’ di Boston, rispettivamente il primo, secondo e terzo gradino della classifica stilata dal settimanale Usa. Il lavoro è svolto in collaborazione con la società di dati Statistica. 

I paesi sono stati selezionati sulla base di molteplici fattori di comparabilità. Fattori come standard di vita/aspettativa di vita, dimensioni della popolazione, numero di ospedali e disponibilità di dati. I punteggi invece sono calcolati, per ciascun ospedale, in base a 4 indicatori ponderati: valutazioni tra pari, esperienza del paziente, metriche di qualità ospedaliera e implementazione delle valutazioni di esito su riscontri dei pazienti-PROM. 

Per il terzo anno consecutivo il primo ospedale italiano è il Policlinico ‘Gemelli’ di Roma che si piazza al 38° gradino della classifica. Tra gli europei svetta il ‘Karolinska Universitetssjukhuset’ di Solna in Svezia che si piazza al 6° posto assoluto. Segue a ruota, alla 7° posizione, il tedesco ‘Charitè – Universitätsmedizin’ di Berlino. All’ottavo gradino, invece, il ‘Hôpital Universitaire Pitié Salpêtrière’ di Parigi. Tornando agli italiani, dopo il Gemelli troviamo il ‘Niguarda’ di Milano al 60° pèosto assoluto, e il ‘San Raffaele’ (sempre di Milano) al 64°, tallonato dal ‘Sant’Orsola’ di Bologna che prende la sessantacinquesima posizione mondiale.

Clicca qui per leggere la classifica completa.

Potrebbe interessare anche Sistemi sanitari in crisi: è emergenza in mezza Europa

classifica

Continua a leggere

In evidenza

© Riproduzione riservata - Ne è consentita esclusivamente una riproduzione parziale con citazione della fonte corretta www.italianmedicalnews.it.