Uno studio presentato al Congresso europeo sull’obesità ha dimostrato la grande efficacia del nuovo farmaco
Semaglutide, il farmaco per perdere peso diventato noto alla cronaca sanitaria e non solo (ne avevamo parlato qui), mostra un’efficacia straordinaria anche e soprattutto negli adolescenti obesi. Un’analisi condotta nell’ambito dello studio ‘STEP TEENS’ e presentata al Congresso europeo sull’obesità in corso a Dublino, ha dimostrato che quasi la metà degli adolescenti a cui è stato somministrato la semaglutide è riuscito a perdere abbastanza peso da scendere sotto il limite clinico per l’obesità. Lo studio, pubblicato anche sulla rivista ‘Obesity’, ha inoltre mostrato che quasi tre quarti dei giovani pazienti (74%) hanno beneficiato retrocedendo di almeno una classe di peso.
L’analisi ha incluso 201 adolescenti di età compresa tra i 12 e i 18 anni con un indice di massa corporea (Ibm) del 5% più alto. I ricercatori hanno diviso i partecipanti in due gruppi: alcuni hanno ricevuto iniezioni settimanali di semaglutide, gli altri invece un placebo per 68 settimane. Entrambi i gruppi hanno ricevuto una consulenza sullo stile di vita corrispondente. Ebbene, alla fine del periodo di studio il 45% che ha ricevuto il farmaco ‘prodigio’ ha sperimentato una riduzione dell’Ibm al di sotto del punto clinico limite per l’obesità. In altre parole ha raggiunto il peso normale (o al massimo risultato ‘semplicemente’ in sovrappeso) rispetto al 12% dei partecipanti che hanno assunto del placebo.
“Questi risultati sottolineano l’elevato grado di efficacia clinica di semaglutide negli adolescenti con obesità – dichiara Aaron S. Kelly, tra gli autori dello studio. In senso pratico, nel nostro studio vediamo che il farmaco ha ridotto il peso a un livello inferiore a quello cheè definito come obesità clinica in quasi il 50% degli adolescenti. È storicamente un qualcosa senza precedenti con trattamenti diversi dalla chirurgia bariatrica”.
Il farmaco, già utilizzato per il trattamento della psoriasi, è in grado di legarsi in modo dose-dipendente alle cellule mieloidi1 CD64+a, la causa principale di infiammazione intestinale provocata da IL-23
Emerge il meccanismo d’aziona particolare del farmaco guselkumab in caso di malattie croniche intestinali. Gli studi MODIF-Y in vitro dimostrano un meccanismo di legame particolare ed efficiente del nuovo farmaco. I risultati, infatti, dimostrano che guselkumab è in grado di legarsi in modo dose-dipendente alle cellule mieloidi1 CD64+a, la causa principale di infiammazione intestinale provocata da IL-23.
“Questi dati forniscono nuove informazioni sul meccanismo d’azione di guselkumab – ha dichiarato l’autore dello studio, Raja Atreya. Potrebbero contribuire allo sviluppo di nuovi trattamenti per le malattie infiammatorie croniche intestinali. È importante notare che questi dati dimostrano la capacità unica di guselkumab di legarsi alle principali cellule coinvolte nell’infiammazione, neutralizzando l’IL-23 nel microambiente tissutale locale in cui viene prodotto, suggerendo un miglioramento del funzionamento”. I risultati mostrano la capacità di guselkumab di avere un doppio legame che consente di legarsi simultaneamente con il CD64 neutralizzando così il IL-23 alla fonte, differenziandolo all’interno della classe degli inibitori IL-23p191.
“Continuiamo a studiare il meccanismo d’azione di guselkumab per comprendere meglio le differenze di funzionamento rispetto agli altri inibitori dell’IL-23, così come le crescenti complessità delle malattie immuno-mediate come le malattie infiammatorie croniche intestinali, in modo che gli operatori sanitari abbiano una varietà di opzioni terapeutiche da poter prendere in considerazione” – ha dichiarato Dan Cua, co-autore dello studio.
Il farmaco è già utilizzato per il trattamento della Psoriasi
Sono in corso ulteriori studi su guselkumab per esaminare il possibile trattamento di pazienti adulti con malattie infiammatorie croniche intestinali, che includono studi di fase 3 nella malattia di Crohn e nella colite ulcerosa. Sviluppato da Janssen, guselkumab è il primo anticorpo monoclonale completamente umano, approvato e rimborsato in Italia sia in Psoriasi a placche (Pso) che in artrite psoriasica (PsA), che si lega selettivamente alla subunità p19 dell’IL-23 e inibisce la sua interazione con il recettore.
Guselkumab è approvato nell’Unione Europea per il trattamento di pazienti adulti con psoriasi a placche da moderata a severa che sono candidati a una terapia sistemica e, da solo o in associazione a metotrexato, per il trattamento della PsA attiva in pazienti adulti che hanno avuto una risposta inadeguata o che hanno mostrato intolleranza a una precedente terapia a base di DMARD. È anche approvato negli Usa, in Canada, in Giappone e in altri paesi per il trattamento di adulti con Pso da moderata a grave, che possono beneficiare dell’assunzione di iniezioni o pillole (terapia sistemica) o della fototerapia (trattamento con luce ultravioletta), e per il trattamento di pazienti adulti con PsA attiva.
Il farmaco semaglutide (Ozempic, nome commerciale) rischia di diventare introvabile per chi davvero ne ha bisogno: diabetici e obesi gravi
Promosso dalla scienza come‘svolta’ contro l’obesità, il farmaco semaglutide rischia di diventare introvabile. Acquistato e osannato da numerosi vip sui social come strategia per dimagrire, il nuovo farmaco adesso rischia di non essere a disposizione per chi davvero ne ha bisogno come i diabetici e gli obesi gravi. Per questi motivi l’Agenzia italiana del farmaco – Aifa ha inserito Ozempic (il nome commerciale della formulazione della semaglutide contro l’obesità) nella lista dei farmaci carenti.
In una nota informativa, pubblicata sul proprio sito web, Aifa sottolinea che l’aumento della domanda del farmaco “ha portato a carenze che, si prevede, continueranno per tutto il 2023. Non è pertanto possibile prevedere con certezza quando risulterà sufficiente a soddisfare completamente la domanda attuale”. L’Aifa invita gli operatori sanitari a informare i pazienti che utilizzano Ozempic del rischio di esaurimento del prodotto. E soprattutto a pensare di prevedere a una terapia alternativa, in modo da evitare conseguenze cliniche come l’ipeglicemia.
Nella nota viene ricordato che questo farmaco è indicato esclusivamente per quei pazienti affetti da diabete mellito di tipo 2 non adeguatamente controllato, in aggiunta alla dieta e all’esercizio fisico. “Ogni altro utilizzo, inclusa la gestione del perso, rappresenta un uso off-label – prosegue la nota. Attualmente mette a rischio la disponibilità di Ozempic per la popolazione indicata”. Purtroppo però i buoi sono già usciti dal recinto. Troppo alta la popolarità acquisita dal nuovo farmaco per riuscire a dissuadere dal suo utilizzo come farmaco dimagrante.
Lo studio su ‘Nature Medicine’
Pochi mesi fa, un nuovo studio pubblicato su ‘Nature Medicine’ ha confermato l’efficacia di semaglutide anche sul lungo periodo. Lo studio in questione ha confermato l’efficacia di semaglutide nella riduzione del peso corporeo. Una riduzione quasi tripla rispetto a quella dei ‘vecchi’ farmaci per l’obestità. Il farmaco ha inoltre dimostrato in un follow up di 2 anni che la sua efficacia è duratura nel tempo.
L’Agenzia europea per i medicinali – Ema ha stilato una guida per fronteggiare la gestione della carenza dei farmaci per uso umano
La ridotta disponibilità di medicinali rappresenta un problema crescente all’interno dell’Unione europea. Problema amplificato ulteriormente dalla pandemia da Covid-19. Nasce da qui la decisione dell’Agenzia europea per i medicinali – Ema di realizzare una guida per pazienti e operatori sanitari con esempi di buone pratiche utili a prevenire e fronteggiare la gestione della carenza dei farmaci. Una ridotta disponibilità di medicinali può avere un impatto significativo sulla cura del paziente causando il razionamento dei farmaci e il ritardo dei trattamenti critici. (Qui la guida integrale).
“A causa della carenza dei medicinali i pazienti potrebbero dover utilizzare alternative meno efficaci e rischiare di usare i farmaci in modo errato – scrive l’Agenzia in un comunicato. Le cause delle carenze possono includere problemi di produzione che portano a ritardi o interruzioni nella produzione stessa. Ma anche problemi come carenza di materie prime, aumento della domanda di medicinali, problemi di distribuzione, interruzioni di lavoro e disastri naturali”. (Quiil comunicato per intero)
Le principali indicazioni
I pazienti e gli operatori sanitari sono gli attori principali alla fine della filiera dei farmaci. Tuttavia le loro attività di prevenzione delle carenze si limitano solitamente alla gestione della domanda di medicinali a rischio di penuria. L’obiettivo della nuova guida Ema è proprio quello di consigliare misure che aiutino a migliorare la preparazione, la pianificazione e l’uso razionato per i medicinali che scarseggiano o che potenzialmente rischiano di essere carenti in futuro. Le raccomandazioni chiave incluse nella nuova guida sono indirizzate principalmente alle organizzazioni dei pazienti. Non mancano riguardi anche per gli operatori sanitari e ai pazienti stessi.
Ad esempio ai pazienti è raccomandato di non chiedere al proprio medico e al farmacista più farmaci di quelli necessari. È richiesto inoltre di informarsi sempre sulle eventuali alternative disponibili in caso di carenza del proprio medicinale abituale. Un paragrafo specifico è invece dedicato alle preparazioni in farmacia per le quali si raccomanda di predisporre apposite linee guida nel caso in cui siano indisponibili precisi farmaci, indicando possibili alternative.