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Non fare sport fa male sia alla salute che all’economia sanitaria

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L’inattività fisica costerà all’Italia 1,3 miliardi ogni anno nei prossimi 30 in spese sanitarie. Ecco tutti i numeri del nuovo rapporto di Oms e Ocse

Nell’Unione Europea (UE), il 45% delle persone afferma di non praticare alcuno sport. Inoltre, una persona su tre in UE presenta livelli insufficienti di attività fisica. I due dati derivano direttamente dall’ultimo sondaggio specifico dell’Eurobarometro. Il tutto porta a milioni di casi di malattie non trasmissibili che peggiorano la salute delle persone e appesantiscono le economie. Un nuovo rapporto dell’Oms e dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), intitolato ‘Step Up! Affrontare il peso dell’insufficiente attività fisica in Europa’, spiega come l’aumento dell’attività fisica ai livelli raccomandati potrebbe prevenire migliaia di morti premature nell’UE e far risparmiare miliardi nella spesa sanitaria

“L’attività fisica regolare è una delle cose più importanti che le persone possono fare per una vita sana – afferma Kremlin Wickramasinghe, capo ad interim dell’Ufficio europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili dell’Oms. Non solo riduce significativamente il rischio di numerose malattie non trasmissibili – prosegue – ma migliora salute mentale e il benessere. Lo sport è un qualcosa di fondamentale. L’Oms raccomanda almeno 150 minuti di attività fisica di intensità moderata a settimana. Ogni movimento conta per una salute migliore. Il nostro ultimo rapporto mostra che se tutti nell’UE dovessero soddisfare i livelli di attività fisica consigliati, si potrebbero prevenire oltre 10.000 morti premature ogni anno”.

Un aumento minimo di sport eviterebbe oltre 11 milioni di nuovi casi di malattie entro il 2050

Il nuovo rapporto prodotto in collaborazione con l’Ocse e con il finanziamento dell’UE mostra il potenziale impatto che l’aumento dei livelli di attività fisica avrebbe sulla salute della popolazione e sull’economia dell’UE. Secondo il documento l’aumento di sport ai livelli minimi raccomandati eviterebbe 11,5 milioni di nuovi casi di malattie non trasmissibili entro il 2050. Malattie di tipo cardiovascolare, ma anche depressione, diabete di tipo 2 e patologie oncologiche. Inoltre, il rapporto presenta i potenziali benefici economici calcolati di una maggiore attività fisica nelle parità di potere d’acquisto (PPP). 

Oggi la Germania, l’Italia e la Francia registrano il carico più elevato di attività fisica insufficiente sulla spesa sanitaria nell’UE. Il rapporto Oms/Ocse stima che questi 3 Paesi spenderanno in media rispettivamente 2 miliardi, 1,3 miliardi e 1 miliardo in spese sanitarie ogni anno tra il 2022 e il 2050. L’italiano Michele Cecchini, a capo del gruppo Programma di lavoro dell’Ocse sulla sanità pubblica ha rilasciato importanti dichiarazioni in merito. “Il nostro studio di modellazione – spiega Cecchini – mostra chiaramente che l’aumento dei livelli di attività fisica non è ottimo solo per salute. Creerà infatti un effetto positivo per l’economia di qualsiasi paese, restituendo 1,7 euro di benefici economici per ogni euro investito”.

Complessivamente, se i paesi dell’UE affrontassero l’inattività fisica nell’intera popolazione, risparmieranno in media lo 0,6% del loro budget sanitario. Si tratti di quasi 8 miliardi di euro PPP all’anno, più della spesa sanitaria annuale totale di Lituania e Lussemburgo messi insieme. 

Clicca qui per leggere il rapporto Oms/Ocse.

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Praticare sport in maniera regolare migliora funzioni cognitive

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Lo dimostra uno studio pubblicato sul ‘Journal of Neurology Neurosurgery & Psychiatry’, condotto da un team dello ‘University College’ di Londra

Praticare sport in maniera regolare aiuta a conservare una buona funzione cerebrale. Lo dimostra uno studio condotto da un team dello ‘University College’ di Londra e pubblicato sulla prestigiosa rivista ‘Journal of Neurology Neurosurgery & Psychiatry’“L’attività fisica è associata a minori rischi di demenza, declino cognitivo e perdita dell’acuità mentale in età avanzata” – ha affermato Sarah-Naomi James, autrice principale del lavoro. 

I ricercatori hanno analizzato la forza delle associazioni tra una serie di test cognitivi all’età di 69 anni e l’attività fisica nel tempo liberò all’età di 36, 43, 53, 60-64 anni in 1.417 persone. Lo hanno fatto classificando i partecipanti in 3 gruppi: inattive, moderatamente attivi (attività fisica 1-4 volte/mese) e molto attive (5 o più volte/mese). Le valutazioni sono state sommate per creare un punteggio totale, mentre il livello della funzione cognitiva è stato valutato attraverso l’ACE-11 convalidato. Si tratta di strumento che verifica una serie di parametri fondamentali, fra cui memoria, fluidità verbale, linguaggio attenzione e orientamento.

È emerso che essere fisicamente attivi era associato a prestazioni cognitive, di memoria verbale e di velocità di elaborazione migliori all’età di 69 anni. L’effetto era visibile in tutte le età considerate. Dato che suggerisce che essere fisicamente attivi in qualsiasi momento dell’età adulta è collegato a una cognizione superiore. L’associazione più evidente era però osservabile in chi faceva un’attività fisica cumulativa sostenuta. 

“Questi risultati – spiegano gli autori – suggeriscono che l’inizio e il mantenimento dell’attività fisica durante l’età adulta possono essere più importanti dei tempi o della frequenza dell’attività fisica in un periodo specifico”. 


Clicca qui per leggere i risultati originali dello studio. 

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Quasi metà degli italiani è in sovrappeso, un terzo non fa sport

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I dati emergono dall’Istat su indagine del 2021 sui fattori di rischio per la salute

In italia, quasi la metà della popolazione è in sovrappeso. Un terzo, non fa sport. È l’Istituto Nazionale di Statistica – Istat a descrivere il quadro allarmante nell’indagine relativa al 2021 sui fattori di rischio per la salute. L’indagine è intitolata “Aspetti della vita quotidiana”. Nello specifico, il campione comprende circa 19.800 famiglie per un totale di circa 45.600 individui. Le interviste sono state effettuate tra marzo e maggio 2021

Si rileva dai dati emersi, che il 46,2% della popolazione con più di 18 anni è in eccesso di peso; 34,2% in sovrappeso e 12% obeso. Il 50,9% è in condizione di normopeso e circa il 3% di sottopeso. Inoltre il 19% della popolazione di 14 anni e più dichiara di essere fumatore, circa 10 milioni di persone. Il 24% ha dichiarato di essere fumatore in passato e il 55,7% di non aver mai fumato. 

L’Istat riporta anche alcune statistiche relative al consumo di alcol. Secondo i dati il 66,3% della popolazione over 11 anni ha consumato almeno una bevanda alcolica nel corso dell’anno. Più precisamente il 54,4% beve vino, il 50,4% consuma birra e il 45,4% aperitivi alcolici, amari, superalcolici o liquori. Dati preoccupanti arrivano in merito alla pratica di attività sportiva in Italia. Il 33,7% della popolazione, di 3 anni e più, dichiarano infatti di non praticare ne sport ne attività fisica nel tempo libero. Si osservano inoltre marcate differenze di genere: il 36,9% delle donne è sedentario contro il 30,3% degli uomini

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Prevenzione malattie e terapia aggiuntiva: l’importanza degli esercizi fisici

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Esistono certe raccomandazioni riguardanti gli esercizi fisici per la prevenzione dei tumori

La partecipazione a programmi di esercizi fisici, sia per la prevenzione di malattie, sia come terapia aggiuntiva per molti disordini clinici, è ormai diffusa ed in continuo aumento. Il laureato in scienze motorie è una figura sempre più integrata con il team medico che si occupa della salute e della cura del paziente. Questo perchè una buona programmazione dell’attività fisica contribuisce in modo sostanziale al miglioramento della salute e della qualità della vita.

Evidenze scientifiche attribuiscono all’esercizio fisico un ruolo protettivo anche nei confronti di molti tumori. Come per tutte le altre patologie, esistono dei fattori di rischio per lo sviluppo di un tumore: alcuni di essi non sono modificabili, altri sì. Tra i fattori non modificabili ci sono l’età, il sesso e la predisposizione genetica; tra quelli modificabili troviamo l’eccessiva esposizione ai raggi  ultravioletti, il fumo, il consumo di alcol, il sovrappeso, l’alimentazione scorretta, la sedentarietà.

Eliminare o ridurre l’impatto di questi fattori di rischio, modificando il nostro stile di vita, rappresenta quindi il primo passo per proteggere la nostra salute. Fatta questa necessaria premessa andiamo ora ad analizzare come l’esercizio fisico possa produrre i suoi effetti benefici nel nostro organismo e qual è la dose minima di esercizio consigliata.

Importanti risposte anche in termini di dimagrimento attraverso esercizi fisici regolare

L’attività fisica svolta in maniera regolare favorisce il dimagrimento. Il tessuto adiposo è ormai considerato come un vero e proprio organo endocrino, capace di produrre sostanze in grado di generare un’infiammazione cronica nel nostro corpo. Essendo l’infiammazione all’origine di molte malattie, modularla attraverso il controllo del peso rappresenta un importante fattore di protezione.

Anche i nostri muscoli durante l’esercizio producono sostanze, che hanno, però, un’azione antinfiammatoria e agiscono a livello di tutto il corpo. Si tratta di sostanze prodotte solo durante la contrazione muscolare, quindi durante l’attività fisica, che possono produrre effetti significativi e duraturi se l’esercizio è svolto in maniera regolare.

Ridurre l’infiammazione permette di regolare la produzione di insulina, migliorare la capacità delle nostre cellule di utilizzare gli zuccheri come carburante e ridurre i livelli di glicemia nel sangue.

Gli esercizi fisici hanno tanti benefici in termini di produzione ormonale, di sistema immunitario rinforzato e riduzione dello stress

Inoltre, l’esercizio regola la produzione ormonale, rinforza il sistema immunitario e aiuta a ridurre lo stress.

Ma quali sono le raccomandazioni riguardanti l’esercizio fisico per la prevenzione dei tumori?

–  sicuramente iniziare limitando le abitudini di vita sedentarie, come guardare la televisione, introducendo brevi momenti da dedicare all’esercizio fisico nella giornata;

– vengono suggeriti almeno 150 minuti la settimana di attività aerobica moderata o 75 minuti di attività aerobica intensa, da dividere in più sedute, cercando di arrivare ad eseguire almeno 30 minuti di attività consecutivi in ciascuna sessione;

– si possono utilizzare combinazioni costituite da momenti di attività moderata alternati a momenti di attività più intensa;

– sono consigliati, inoltre, esercizi di rinforzo dei principali gruppi muscolari, da inserire almeno due volte la settimana.

– particolarmente indicata l’attività cosiddetta “multicomponente”, cioè allenamenti che integrano lavoro aerobico e lavoro di rinforzo muscolare, come l’allenamento a circuito.

Gli esercizi fisici sono uno strumento importante per incrementare la sopravvivenza nei pazienti affetti da cancro

Oltre alla prevenzione, l’esercizio fisico rappresenta un valido strumento per incrementare la sopravvivenza nei pazienti affetti da cancro e prevenire le recidive. Le raccomandazioni sono le stesse, con l’accortezza di adattarle al singolo paziente, tenendo conto degli affetti della malattia e dei trattamenti. Nei prossimi articoli, pubblicati su testacolloinrete, vedremo in maniera più approfondita come l’esercizio possa essere di aiuto per questi pazienti e quali sono gli aspetti pratici da considerare per pianificare l’attività motoria.

Francesca TanziniChinesologo e personal trainer

Fonti:

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