Il progetto vuole diffondere la conoscenza di quelle donne che, nonostante gli ostacoli, sono riuscite a lasciare un segno profondo nella storia delle scienze
“Storie di Donne di Storia”. Si intitola così il nuovo progetto ideato dall’Associazione Club Medici nell’ambito del network “Cultura è Salute”. Il progetto, patrocinato dallaFederazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri – FNOMCeO, è dedicato alle grandi donne di scienza che hanno segnato la storia. In particolare il progetto vuole diffondere la conoscenza di quelle donne che, fuori dall’ordinario e nonostante opposizioni, barriere, ostacoli, sono riuscite a lasciare un segno profondo nella storia delle scienze.
L’obiettivo è realizzare in itinere la prima enciclopedia video musicale su tali donne, che hanno rotto gli stereotipi e si sono fatte largo in ambiti tradizionalmente maschili. Un’iniziativa “work in progress” che si potrà espandere in base alla condivisione ed alla partecipazione che riuscirà a suscitare. La sua originalità sta nel format scelto nella ricostruzione del profilo di tali donne stra-Ordinarie. Infatti sarà possibile conoscerlenon solo attraverso interviste, commenti e riflessionima soprattuttocon la musica, entrando così nella dimensione più squisitamente soggettiva dei personaggi.
I primi due appuntamenti
La prima video-puntata di “Storie di Donne di Storia” è stata già realizzata dall’Associazione Club Medici ed è dedicata a Maria Montessori. Maria Montessori fu un’educatrice, pedagogista, filosofa, medico, neuropsichiatra infantile e scienziata italia. Internazionalmente nota per il metodo educativo che prende il suo nome, fu tra le prime donne a laurearsi in medicina in Italia.
Per la realizzazione della seconda su Ildegarda di Bingen è attiva una campagna di crowdfunding. Ildegarda di Bingen è stata una monaca cristiana, scrittrice, mistica e teologa tedesca. Donna dai numerosi talenti, nella sua vita fu inoltre professoressa, guaritrice, erborista, naturalista, cosmologa, gemmologa, filosofa, artista, poetessa, drammaturga, musicista linguista e consigliera politica Seguiranno gli altri episodi, tra i quali i primi sei dedicati a Mulieres Salernitanae, Franca Ongaro Basaglia, Margherita Hack e Lou Andreas-Salomé.
Per saperne di più, si allegano link di riferimento, tra cui la prima puntata dedicata a Maria Montessori.
L’Italia è il secondo Paese in Europa a rendere disponibile il farmaco, dopo la Germania. Si tratta della prima e unica terapia per questa patologia
Al via la prima e unica terapia contro un tipo di tumore del sangue raro e aggressivo. L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha infatti approvato la rimborsabilità di tagraxofusp come monoterapia per il trattamento di prima linea di pazienti colpiti dalla neoplasia a cellule dendritiche plasmacitoidi blastiche (BPDCN): si tratta di un tumore del sangue raro e con prognosi severa caratterizzato dalla iper-espressione dell’antigene CD123. Il nuovo farmaco rappresenta la prima e unica terapia specifica per questa grave forma di cancro.
La malattia si presenta generalmente all’esordio con lesioni cutanee di colore scuro, multiple e infiltranti. Nel suo decorso può interessare il midollo osseo, il sistema nervoso centrale e i linfonodi, diventando così una patologia sistemica. Ha un’incidenza molto bassa, sono meno di cento i nuovi casi ogni anno in Italia, e solo di recente ha trovato una definizione adeguata. Oggi è classificata all’interno delle neoplasie mieloidi aggressive.
L’Italia è il secondo Paese in Europa a rendere disponibile il farmaco, dopo la Germania. Il provvedimento di Aifa segue l’approvazione a livello europeo. Tagraxofusp è una terapia mirata che agisce in maniera selettiva contro l’antigene CD123. Nello studio registrativo, che ha coinvolto 89 pazienti, il farmaco ha determinato una risposta complessiva del 75% con remissione di malattia del 57%. Il 51% dei pazienti in remissione è stato poi sottoposto, con successo, al trapianto di cellule staminali ematopoietiche.
“Tagraxofusp è in grado di portare la neoplasia in remissione, che può essere consolidata con il trapianto di cellule staminali emopoietiche, migliorando così la probabilità di guarigione – ha affermato Emanuele Angelucci, Direttore Struttura Complessa di Ematologia e Terapie cellulari del ‘San Martino’ di Genova. L’unico trattamento in grado di raggiungere questo importante risultato era proprio il trapianto, ma non tutti i pazienti potevano sottoporvisi. Tagraxofusp rappresenta una terapia che sa di svolta” – ha concluso l’esperto.
Appena pubblicata la nuova classifica annuale ‘World’s Best Hospitals 2023’ di Newsweek. Il primo ospedale italiano è il ‘Gemelli’ di Roma, piazzato al 38° posto
Appena stilata e pubblicata la nuova classifica annuale di Newsweek relativa ai migliori ospedali al mondo. La classifica, che prende il nome di ‘World’s Best Hospitals 2023’ elenca i migliori ospedali in 28 diversi paesi da tutto il mondo, tra cui Usa, Italia, Regno Unito, Germania, Spagna e Francia. Il podio è ancora una volta occupato tra tre nosocomi statunitensi: la ‘Mayo Clinic’ di Rochester, la ‘Cleveland Clinic’ di Cleveland e il ‘Massachusetts General Hospital’ di Boston, rispettivamente il primo, secondo e terzo gradino della classifica stilata dal settimanale Usa. Il lavoro è svolto in collaborazione con la società di dati Statistica.
I paesi sono stati selezionati sulla base di molteplici fattori di comparabilità. Fattori come standard di vita/aspettativa di vita, dimensioni della popolazione, numero di ospedali e disponibilità di dati. I punteggi invece sono calcolati, per ciascun ospedale, in base a 4 indicatori ponderati: valutazioni tra pari, esperienza del paziente, metriche di qualità ospedaliera e implementazione delle valutazioni di esito su riscontri dei pazienti-PROM.
Per il terzo anno consecutivo il primo ospedale italiano è il Policlinico ‘Gemelli’ di Roma che si piazza al 38° gradino della classifica. Tra gli europei svetta il ‘Karolinska Universitetssjukhuset’ di Solna in Svezia che si piazza al 6° posto assoluto. Segue a ruota, alla 7° posizione, il tedesco ‘Charitè – Universitätsmedizin’ di Berlino. All’ottavo gradino, invece, il ‘Hôpital Universitaire Pitié Salpêtrière’ di Parigi. Tornando agli italiani, dopo il Gemelli troviamo il ‘Niguarda’ di Milano al 60° pèosto assoluto, e il ‘San Raffaele’ (sempre di Milano) al 64°, tallonato dal ‘Sant’Orsola’ di Bologna che prende la sessantacinquesima posizione mondiale.
Sono dieci gli arresti tra infermieri e operatori socio-sanitari. I fatti sono avvenuti all’interno di una Residenza sanitaria assistienziale (Rsa)
Maltrattamenti e abbandono di anziani. È questa l’accusa rivolta agli operatori di una Rsa in provincia di Imperia. A comunicare la notizia è una nota della Guardia di Finanza che riferisce l’esecuzione, questa mattina, della misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di 10 soggetti. Inoltre, la stessa GdF riferisce anche la sospensione dall’esercizio di un pubblico servizio nei confronti di ulteriori 14 soggetti.
Le indagini, condotte nell’ambito dell’Operazione ‘PRAESIDIUM’, hanno consentito di accertare condotte illecite da parte di Operatori Socio Sanitari (OSS) e infermieri impiegati presso la Residenza Sanitaria Assistenziale ‘Le Palme’ di Taggia (IM). I reati contestati sono quelli di maltrattamento e abbandono aggravati ai danni di soggetti anziani. In gran parte, le vittime, sarebbero infatti ultraottantenni nonché parzialmente o completamente non autosufficienti, come spiegato da una nota della Guardia di Finanza.
“Gli indagati non si limitavano a sporadici episodi di violenza – si legge nella nota. Essi sottoponevano infatti le vittime ad una serie di sofferenze fisiche e morali tali da rappresentare, nel loro insieme, una fonte di disagio continuo ed incompatibile con le normali condizioni di vita, instaurando un clima di generale vessazione. Le indagini – prosegue il comunicato – hanno delineato un contesto caratterizzato dalla frequente omissione di servizi essenziali. Nonché da vere e proprie aggressioni verbali e fisiche nei confronti degli ospiti, oggetto di insulti e percosse. Abituali erano quindi le minacce verbali, le umiliazioni, gli insulti, le percosse e le omissioni nel fornire in tutto o in parte il nutrimento. Nutrimento che talvolta veniva gettato nei gabinetti o nei lavandini”.
La Guardia di Finanza evidenzia di “aver preso gli opportuni accordi con i vertici della compente ASL, al fine di consentire l’adozione delle misure di urgenza necessarie per garantire la continuità assistenziale agli anziani attualmente ospiti della Rsa”.