Vengono curati e sopravvivono al tumore grazie a terapie in continua evoluzione, ma rischiano di morire per un’infezione resistente. A studiare il fenomeno è una recente ricerca statunitense
Curati dai tumori ma vittime dei superbatteri. Un fenomeno sempre più diffuso quello che vede i pazienti oncologici colpiti dai batteri killer. Ogni anno oltre 1,2 milioni di persone nel mondo muoiono per batteri resistenti, come KlebsiaellaPneumoniae, Acinetobacter e Pseudomonas. Questa sorta di “pandemia silente” colpisce in particolare i pazienti oncologici. È per questo che a breve entreremo nella Settimana mondiale della consapevolezza antimicrobica (18-24 novembre).
Curare i pazienti oncologici per tempo, con i nuovi antibiotici, già oggi disponibili ma spesso utilizzati in modo limitato, permetterebbe di salvare moltissime vite. Ad analizzare bene il fenomeno è un’analisi di 223 studi, condotta dall’Università del Texas Southwestern e pubblicata su ‘American Cancer Journal for Clinicians’. Lo studio spiega l’inefficacia nel trattamento delle infezioni da parte degli antibiotici ‘standard’. Questi infatti appaiono armi sempre più ‘spuntate’ nel far fronte ai patogeni più pericolosi. Allo stesso tempo espone i motivi per cui come questa ‘resistenza agli antibiotici nuovi e moderni’ preoccupi in particolare per i pazienti oncologici, tra i più colpiti da infezioni ospedaliere a seguito di interventi legati alla patologia come la chemioterapia. (Clicca qui per visionare l’estratto originale dello studio).
Il problema esiste ed è in crescita anche in Italia
Ieri, giovedì 3 novembre, ed oggi, venerdì 4, si sono riuniti a Torino alcuni dei maggiori infettivologi internazionali per il congresso intitolato ‘(R)EVOLUTION IN INFECTIOUS DISEASES Immunity and Pharmacology’. L’evento è organizzato dalla Fondazione Internazionale Menarini. Nel corso del congresso è stato proprio ripreso lo studio americano sopratutto da uno dei co-presidenti del Congresso, il Dott. Giovanni Di Perri, Ordinario di Malattie Infettive al Dipartimento di Scienze Mediche dell’Università di Torino. L’esperto ha spiegato come il problema sia presente anche in Italia.
“C’è un’emergenza anche in Italia – ha dichiarato Di Perri. Nonostante la corretta prevenzione in ambienti come day hospital e ambulatori infusionali, nel nostro Paese esiste un trend in crescita di pazienti con cancro affetti da gravi infezioni ospedaliere. Infezioni che presentano una un rischio triplo di mortalità in questi malati già di base fragili”.
“Il più alto tasso di mortalità per antibiotico-resistenza nei pazienti oncologici, in particolare con neoplasie ematologiche, è correlato – specifica Di Perri – a diversi fattori di rischio. Innanzitutto per le ridotte difese dovute alla malattia stessa o indotte dalla chemioterapia, che può provocare una forte riduzione dei globuli bianchi. Inoltre i malati di cancro hanno un rischio aumentato per le più frequenti complicanze post-chirurgiche di interventi legati al tumore o perché costretti a degenze ospedaliere lunghe e ripetute e sottoposti a procedure medico-chirurgiche invasive, come ad esempio cateteri venosi centrali o biopsie.
“L’impatto sulla mortalità dell’antibiotico-resistenza in ambito oncologico è dirompente anche perché i malati di tumore sono più colpiti da infezioni gravi polmonari e delle vie urinarie, dovute soprattutto a patogeni come Klebsiaella Pneumoniae, Acinetobacter e Pseudomonas”.
L’importanza di adottare subito i nuovi antibiotici
“Negli ultimi decenni i progressi nelle cure oncologiche hanno fatto passi da gigante e salvato sempre più vite, rendendo però i malati di cancro più suscettibili al rischio di infezioni resistenti agli antibiotici, con un effetto paradosso – sottolinea Di Perri -. Se non adottiamo un uso competente, prioritario e tempestivo dei nuovi antibiotici già oggi disponibili, rischiamo di tornare decenni indietro nei tassi di mortalità del tumore e non perché sia la malattia oncologica ad uccidere i pazienti ma le infezioni antibiotico-resistenti”.
“Oggi sono già disponibili alcuni nuovi antibiotici efficaci contro i germi multiresistenti. Il pronto accesso dei pazienti a questi nuovi trattamenti non è però sempre facile – precisa l’esperto. L’attuale politica di uso puramente limitato degli antibiotici recentemente approvati è di bassa prospettiva, non si è rivelata efficace e minaccia di compromettere il loro contributo e lo sviluppo di nuove opzioni. Chiaramente – continua – il destino di ogni antibiotico è quello di selezionare nel tempo i germi ad esso resistenti. Ma se ben impiegato possono avere una vita prolungata che ci permette nel frattempo di sintetizzare nuove molecole che andranno a sostituire le vecchie. Un uso responsabile e tempestivo dei nuovi antibiotici – conclude – può migliorare la nostra efficienza nella lotta contro la minaccia dell’antibiotico-resistenza. Soprattutto può contribuire a salvare la vita dei pazienti e a evitare conseguenze disastrose per il nostro sistema sanitario e per la salute pubblica”.
Tһis is the rіght webpage for anybodү who wishes to find out about this topic.
You realize ѕo much its almost hɑrd to argue with you (not that I actually would want to…HaᎻa).
You definitely pᥙt a fгesh spin on a subject which has been diѕcussеd for
а long time. Wonderful stuff, just excellent!
We ɑbsolutely love your blog and find nearly all of yⲟur post’s to
be just what I’m lookіng for. can you оffer gueѕt
writеrs to write contеnt to suit your needs?
I wouldn’t mind crеating a post or elabօrating on a
few of the subjects you write concerning here. Again, awesome blog!
I rеalⅼy like your Ьlog.. very nice colors & theme.
Ꭰid you design tһis ԝebsite yourself or did you hire someone to do it fⲟr you?
Plᴢ reply as Ι’m looking to design my own blog and
would ⅼike to find oᥙt where u got this from. tһank you
Secondo uno studio pubblicato sull’European Heart Journal dormire meno di cinque ore a notte si associa a un rischio raddoppiato di malattia vascolare delle arterie periferiche
Che una buona qualità del sonno fosse importante in termini di salute è qualcosa di ormai noto. Arrivano però sempre più studi che confermano tale teoria. Infatti, dormire meno di cinque ore a notte si associa a rischio quasi doppio di malattia vascolare delle arterie periferiche. È quanto emerge da un nuovo studio pubblicato sull’European Heart Journal che ha coinvolto oltre 650.000 persone.
“Il nostro studio suggerisce che dormire sette-otto ore a notte è una buona abitudine per ridurre il rischio di questa condizione” – ha dichiarato il principale autore dello studio, Shuai Yuan, dell’istituto ‘Karolinska’ di Stoccolma. Oltre 200 milioni di persone in tutto il mondo soffrono di arteriopatia periferica, una condizione in cui le arterie delle gambe sono ostruite, limitando il flusso sanguigno e aumentando il rischio di ictus e infarto.
Il procedimento
I ricercatori hanno analizzato le associazioni tra durata del sonno e sonnellino diurno con il rischio di arteriopatia periferica. Successivamente hanno utilizzato una tecnica chiamata ‘randomizzazione mendeliana’ per esaminare l’esistenza di un eventuale nesso di causa-effetto tra disturbi del sonno e arteriopatia periferica. È dunque emerso che dormire meno di cinque ore a notte si associa a un rischio quasi doppio di arteriopatia periferica rispetto alle sette-otto ore. Per quanto concerne l’esistenza di una associazione causa-effetto tra le due condizioni (sonno disturbato e arteriopatia periferica) si è visto che da un lato chi dorme poco ha un aumento del rischio di arteriopatia periferica; dall’altra chi già soffre di tale patologia ha una maggiore probabilità di dormire poco. In altri termini, un disturbo causa l’altro e viceversa.
“Sono necessarie ulteriori ricerche su come interrompere l’esame bidirezionale tra sonno ridotto e arteriopatia periferica – spiega Yuan. I cambiamenti dello stile di vita che aiutano le persone a dormire di più, come l’essere fisicamente attivi, possono ridurre il rischio di sviluppare la condizione. Inoltre, per chi già ne soffre, la gestione del dolore associato alla malattia potrebbe consentire ai pazienti di dormire bene”.
Clicca qui per leggere l’estratto originale dello studio.
Il lavoro è opera dei ricercatori della London School of Hygiene & Tropical Medicine in uno studio pubblicato sulla rivista ‘Plos Medicine’
Lo Streptococco B è un batterio che può infettare (anche) le donne incinte e i loro bambini. Esso può causare sepsi e meningite nei neonato e talvolta portando a morte o disabilità. Si tratta di un batterio collegato ad un aumento dei rischi di natimortalità e nascite pretermine. Ora che i vaccini si stanno avvicinando all’approvazione, si ritiene necessaria una valutazione economica globale di un programma di immunizzazione globale. Un programma di vaccinazione, infatti, potrebbe portare a un risparmio considerevole in termini di costi sanitari, perdita di vite e disabilità. A questa conclusione è giunto un team di ricercatori della London School of Hygiene & Tropical Medicine in un lavoro pubblicato sulla rivista ‘Plos Medicine’.
Simon Procter, coordinatore del gruppo di ricerca in questione, ha sviluppato un modello per valutare l’efficacia in termini di costi dei vaccini contro lo Streptococco B in 140 milioni di donne incinte in 183 paesi. Innanzitutto il team ha utilizzato le recenti stime globali relative al carico sanitario del batterio nelle donne in gravidanza e nei loro figli. In un secondo momento hanno calcolato i costi stimati per i sistemi sanitari, considerando gli anni di vita persi a causa della mortalità infantile e della disabilità a lungo termine. Successivamente, sulla base delle caratteristiche che un vaccino dovrebbe avere (indicate dall’Oms), il team ha ipotizzato che si potrebbe prevenire l’infezione da Streptococco B nell’80% delle donne vaccinate. Secondo il team, inoltre, dovrebbero essere vaccinate quelle donne che ricevono almeno 4 visite prenatali.
Sulle base di tutte le valutazioni del caso, i ricercatori hanno concluso che la vaccinazione potrebbe evitare 127.000 casi di infezioni di Streptococco B infantili a esordio precoce. Ma non solo. Infatti, hanno ipotizzato anche che il vaccino eviterebbe 87.300 infezioni a esordio tardivo, 31.100 decessi, 17.900 casi di compromissione dello sviluppo neurologico e un totale di 23.000 nati morti.
Secondo Procter “riducendo le infezioni gravi da Streptococco B un vaccino materno globale potrebbe prevenire migliaia di morti neonatali e nati morti ogni anno. I nostri risultati suggeriscono che la vaccinazione materna contro lo Streptococco B potrebbe essere economicamente vantaggioso nella maggior parte dei paesi. Speriamo che il nostro studio incoraggi gli ulteriori investimenti necessari per portare più vaccini sul mercato”.
Clicca qui per leggere l’estratto originale dello studio.
È quanto emerge da un nuovo studio multicentrico, pubblicato sulla rivista ‘Pharmacological Research’. Il lavoro ha coinvolto 20 Centri italiani
Il mix di Arginina e Vitamina C, dopo essersi rivelato efficace nel contrastare la perdita di forza muscolare nei pazienti post-Covid, ha dimostrato di migliorare in modo marcato anche altri sintomi legati al Long Covid. Tra questi, soprattutto insonnia e disturbi gastrointestinali. È quanto emerge da un nuovo studio multicentrico, pubblicato sulla rivista ‘Pharmacological Research’.
Il lavoro, che ha coinvolto 20 Centri italiani tra università ed ospedali, è coordinato da un consorzio internazionale composto dall’Università ‘Federico II’ di Napoli, ‘l’Albert Einstein College’ di New York e il ‘Cardiovascular Research Center’ di Ahalst, in Belgio. Lo studio ha coinvolto in totale 1.390 pazienti con Long Covid, intervistati in relazione ai sintomi manifestati e divisi in due gruppi. Il primo gruppo ha ricevuto una combinazione multivitaminica (tra cui Vitamina B, B1, B2, B6 e acido folico). Il secondo ha invece ricevuto il mix di Arginina e Vitamina C liposomiale.
Il commento degli autori
Tra i principali autori dello studio c’è Gaetano Santulli, professore di Cardiologia dell’Albert Einstein College di New York. “Dopo 30 giorni abbiamo osservato che nell’87% dei pazienti che ha ricevuto il mix di Arginina e Vitamina C i disturbi gastrici erano assenti, rispetto al 64% dei pazienti a cui invece era stato somministrato il composto multivitaminico – ha spiegato Santulli. Allo stesso modo per l’insonnia il disturbo è risultato assente nell’80% dei pazienti trattati con il cocktail Arginina + Vitamina C, contro il 40% che ha ricevuto l’altro composto a base di Vitamina B”.
Anche Bruno Trimarco, professore di Cardiologia dell’Università Federico II di Napoli e co-autore dello studio ha rilasciato importanti dichiarazioni in merito. “È ormai noto che il Long Covid determina disturbi neurologici come l’insonnia. Colpisce inoltre l’intestino con lo sviluppo di sintomi gastrointestinali persistenti, come nausea, diarrea e dolori addominali – ha spiegato l’esperto. Tra i possibili meccanismi coinvolti – Ha aggiunto Trimarco – vi è l’alterazione della barriera ematoencefalica, costituita da cellule endoteliali, che può comportare una disregolazione del sistema neurovegetativo. Questa disfunzione altera il ritmo sonno-veglia con sviluppo dell’insonnia e implicazioni anche a livello gastrico-metabolico con l’insorgenza di nausea e crampi addominali”.
Secondo gli esperti, come riporta la nota dello studio, “L’arginina è un amminoacido essenziale. Presenta, infatti, molteplici funzioni nella reattività endoteliale i risposta all’esigenza dei diversi tessuti. Di conseguenza, ripristinare i valori di Arginina porta ad un miglioramento significativo dei sintomi associati alla sindrome post-infezione”.
Clicca qui per leggere l’estratto originale dello studio.
wading
5 Novembre 2022 at 17:56
Tһis is the rіght webpage for anybodү who wishes to find out about this topic.
You realize ѕo much its almost hɑrd to argue with you (not that I actually would want to…HaᎻa).
You definitely pᥙt a fгesh spin on a subject which has been diѕcussеd for
а long time. Wonderful stuff, just excellent!
methanol
9 Novembre 2022 at 9:57
I am suгe this aгticle has toucheⅾ all the internet people, its really really pⅼeasant pіece of writing on builɗing up new
blog.
position
9 Novembre 2022 at 12:20
We ɑbsolutely love your blog and find nearly all of yⲟur post’s to
be just what I’m lookіng for. can you оffer gueѕt
writеrs to write contеnt to suit your needs?
I wouldn’t mind crеating a post or elabօrating on a
few of the subjects you write concerning here. Again, awesome blog!
microfilm
11 Novembre 2022 at 5:16
I rеalⅼy like your Ьlog.. very nice colors & theme.
Ꭰid you design tһis ԝebsite yourself or did you hire someone to do it fⲟr you?
Plᴢ reply as Ι’m looking to design my own blog and
would ⅼike to find oᥙt where u got this from. tһank you
Pingback: Tumori gastrointestinali: AIFA approva nuove immunoterapie
Pingback: Il ruolo centrale delle Associazioni di pazienti - Intervista Dott.ssa Ferrari