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Tumore al polmone, efficaci le nuove terapie mirate

Tempo di lettura: 2 minuti

Il tumore più temuto inizia finalmente a fare meno paura. Ad accendere la speranza i risultati dei nuovi studi presentati al congresso della Società europa di oncologia medica (Esmo)

Importanti passi in avanti nella lotta contro una delle patologie più temute: il tumore al polmone. Considerata da molti come i primo tra i ‘big killer’, il tumore al polmone, inizia a fare meno paura. Ad accendere la speranza sono i risultati dei nuovi studi presentati al congresso della Società europea di oncologia medica (Esmo), che riunisce in questi giorni a Parigi oltre 25.000 oncologi provenienti da tutto il mondo. La notizia più importante, derivante dai risultati degli studi, è che le nuove terapie mirate hanno dimostrato di funzionare sul lungo termine. La sopravvivenza dei pazienti sta aumentando in modo significativo anche per le forme metastatiche o più resistenti.

Il tumore al polmone è da sempre una delle neoplasie più difficili da trattare. Le armi terapeutiche contro le varie forme di neoplasia polmonare sono generalmente sempre state poche. È dunque per questo che i nuovi risultati ottenuti hanno generato grosso entusiasmo tra gli esperti e non solo. Il primo importante risultato è la combinazione tra pembrolizumab, una molecola immunoterapica, e la chemioterapia, che nel trattamento di prima linea del tumore del polmone non a piccole cellule (NSCLC) metastatico, ha dimostrato grandi benefici in termini di sopravvivenza: un paziente su 5 riesce a sopravvivere anche dopo 5 anni. La combinazione ha inoltre ridotto il rischio di morte del 40%. 

“Prima di questi fondamentali, il tumore al polmone aveva un tasso di sopravvivenza a cinque del 10%, uno dei più passi tra tutti i tumori – ha affermato Marina Garassino, Professoressa di medicina presso l’Università di Chicago. Questi risultati – prosegue – mostrano miglioramenti significativi nella sopravvivenza a cinque anni dei pazienti trattati e confermano il ruolo importante di questi regimi come standard di cura”.

Lo studio ADAURA

Passi avanti importanti anche per forme di tumore al polmone che presentano mutazioni geniche. Cresce infatti la sopravvivenza dei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule in stadio precoce che presentano mutazioni del recettore del fattore di crescita epidermico (EGFR). Lo studio ADAURA, presentato al congresso Esmo, ha infatti dimostrato che la terapia adiuvante, dopo l’intervento chirurgico, con la molecola osimertinib ha determinato una sopravvivenza mediana libera da malattia pari a 65,8 mesi, circa 5 anni e mezzo. E soprattutto circa tre pazienti su quattro trattati erano vivi e liberi da malattia a quattro anni. L’Agenzia Italiana del Farmaco ha approvato la rimborsabilità del farmaco.

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